Sicilia anni Cinquanta. Teresa è una bambina fiera, sempre di buon umore a dispetto della poliomielite che l'ha resa zoppa.
Se le convenzioni sociali la vorrebbero relegata in casa, sottomessa e destinata a una vita di solitudine, le circostanze e, soprattutto, l'affetto dei suoi genitori ne fanno una giovane donna determinata a conquistarsi un proprio spazio.
Vittima dapprima dei pregiudizi e poi di una violenza sessuale che nella bigotta Sicilia degli anni Cinquanta la rendono merce avariata, Teresa riesce invece a trovare la forza per reagire e formarsi una famiglia.
Rancori e faide familiari segneranno con il sangue il cammino di una donna che di fronte alle avversità acquisirà sempre maggiore determinazione e consapevolezza di sé.
Un romanzo intenso e agrodolce, dai toni misurati. L'autrice, anche attraverso un sapiente uso del dialetto, offre uno straordinario realistico spaccato della Sicilia rurale.