Inverno 53-52 a.C., Gallia centrale. Nell'ultimo anno della campagna di Cesare, mentre si prepara segretamente la rivolta di Vercingetorige, la tredicesima legione, al comando del fratello minore di Cicerone, è accampata nel territorio dei Cadurci, tribù gallica fiera e ostile agli invasori Romani. Una fredda mattina due notizie in successione sconvolgono la vita ordinata dell'accampamento. Dumnaco, figlio del re dei Cadurci, che era trattenuto come ostaggio, è fuggito; poco più tardi, viene rinvenuto il cadavere di un tribuno della legione, Publio Ummidio.
Il macabro stato in cui versa il corpo e strane tracce di un rituale fanno pensare che l'orrendo delitto sia stato commesso dal fuggitivo.
Ma il tribuno più anziano, Marco Valerio, a partire da una serie di deduzioni oggettive, si convince che qualcosa non quadra. Con l'aiuto del suo giovane e fedelissimo servo Tito, che racconta in prima persona tutta la vicenda, Marco Valerio inizierà a scavare fra tutti i membri della legione, portando alla luce una scomoda verità, nascosta nel passato di alcuni di loro. Ma dovrà scoprire in fretta di chi è la reale mano dietro l'assassinio, perché il malcontento serpeggia nella legione e tra i Romani e i Galli basta solo un pretesto perché si arrivi alle armi e si scateni una guerra.