Questa raccolta di poesie e pensieri, pubblicata postuma nel 1942 dopo un'attenta ricerca la parte di Enrico Falqui, ci restituisce tutta la particolarità di Dino Campana e della sua poetica così lontana dagli stereotipi del tempo eppure così vicina ai suoi lettori. I temi toccati spaziano dalla natura, al rapporto con la sua musa Sibilla Aleramo, al senso della vacuità dell'assoluto e del tempo. I sentimenti del poeta vengono così fuori puri e senza filtri, articolati in versi ora crudi ora sublimi.
Dino Campana nasce a Marradi il 20 agosto 1885. Terminati gli studi liceali, tenta senza successo di laurearsi in Chimica pura. Inizia quindi un periodo di viaggi, ma fanno la loro comparsa anche i primi problemi legati alla mancanza di equilibrio psichico. Gli sbalzi di umore si fanno frequenti e nel 1906 viene ricoverato nel manicomio di Imola. La gente lo apostrofa come il "Mat Campena", il matto Campana. La sua salute mentale non trova certo giovamento dalla ormai famosa vicenda legata allo smarrimento dell'originario manoscritto di poesie che lo costringe alla ristesura. Dopo la pubblicazione la sua notorietà va crescendo. Si lega sentimentalmente alla scrittrice Sibilla Aleramo. La relazione è però burrascosa, mentre egli va perdendo lucidità e autocontrollo. Trascorre i suoi ultimi anni di vita in manicomio. Muore il primo marzo del 1932.