Sull'isola di Ortigia, alle cinque del mattino, passeggiano solo i gabbiani in piazza Duomo.
Frastornando tutt'intorno con i loro garriti striduli. Quando ero ceramista.
Prima di aprire il laboratorio. Davo dei croccantini a quei monellacci insolenti.
In un cespuglio, accanto alla spiaggetta della Fontana Aretusa, vidi una gabbiana
intenta a covare il suo unico uovo. Era maggio. Verso luglio, intravidi tutto nascosto,
il suo pulcino, tutto solo. Chissà cosa era successo alla mamma-gabbiano!
Tutte le mattine, lo nutrivo per farlo crescere. Intorno non c'erano altri gabbiani.
Proprio in quel periodo, riempivo la mia solitudine insieme a quella del pulcino,
componendo dei versi liberi.
Una mattina mi accolse con striminziti garriti. Chissà cosa desiderava confidarmi.
Incoraggiata, tentai di appoggiarlo su un ramo di ficus. Il pulcino incominciò a garrire più forte.
Aprì le piccole ali e spiccò un inatteso volo verso l'alto. Perse quota, ma sbattendo più forte le sue alette, riuscì a volare verso il Castello Maniace. Per sempre.
Debbo ringraziare quel minuscolo gabbiano, se nel 2023, quindici mie composizioni sono state inserite in varie antologie poetiche. Recitate in questo audiolibro.