Pico, Giovanni, conte della Mirandola e Concordia. - Nacque il 24 febbraio 1463 nel castello della Mirandola da Giovan Francesco I e da Giulia Boiardo. Grazie alle parentele della madre, imparentata con Matteo Boiardo, Pico ha una formazione d'eccellenza, sia a livello universitario sia presso i centri intellettualmente più vivaci della penisola, entrando in contatto con Marsilio Ficino e la corte medicea. A Firenze, Pico divenne amico, oltre che di Lorenzo - al quale dedicò l' Heptaplus: della settemplice interpretazione dei sei giorni della Genesi, commento ai primi 27 versetti della Genesi, a dimostrare l'accordo tra il racconto biblico della creazione e il platonismo - di Angelo Poliziano, generalmente considerato il maggiore tra i poeti italiani del XV secolo.
La formazione di Pico si caratterizza subito per lo spiccatissimo sincretismo e l'eterogeneità degli spunti, nonché per un'insaziabile curiosità: alla filosofia neoplatonica si aggiungono gli studi di aristotelismo a Padova, fino all'apprendimento dell'ebraico (oltre al greco e all'arabo), chiave d'accesso fondamentale per i testi della mistica e della cabala.
Già nel titolo, e poi chiaramente in tutta la sua struttura, l'Heptaplus ci mostra il genere di letteratura a cui appartiene e, quindi, in qualche modo, le radici della sua ispirazione prima. Si tratta di un commento ai versetti della Genesi in cui è narrata la creazione del mondo; Lattanzio, Gregorio di Nissa, S. Basilio, S. Ambrogio, S. Agostino, Giovanni Filopono, avevano dato, tutti, chi un De hominis opificio, chi un De opificio mundi, cui corrispondevano nel mondo classico i commenti al Timeo. Commenti al Timeo e trattati sull'opera dei sei giorni non erano mancati nel secolo XII. Gli scritti cabalistici erano non di rado impostati come commenti biblici alla creazione.
Qualcosa di analogo vuole fare Pico : partendo dal testo mosaico dare una compiuta visione del mondo, dell'uomo, di Dio; del processo con cui tutto parte da Dio e tutto a Dio ritorna; del circolo universale delle cose.
L'esposizione fatta in un linguaggio alto ed immaginoso, tutto pieno di espressioni e di termini biblici, è veramente efficace; l'opera, dove si compongono le indagini pichiane, è veramente originale e bella, oltre che acuta e profonda. Offerta a Lorenzo dei Medici, fu fatta pubblicare a spese di Roberto Salviati. Uscì a Firenze, in una bella edizione abbastanza corretta, senza alcuna indicazione d'anno e di stampatore.