Una scoperta sensazionale viene fatta nella Biblioteca Nazionale Braidese. Dietro un'intercapedine viene portato alla luce il diario dello scrivano dei Promessi Sposi, tale Learco Picciafoco. Redatto nel corso della stesura dell'opera rivela molti segreti e getta una luce nuova sul romanzo più letto della letteratura italiana. La fervida immaginazione di Mario Scotto trova dunque un diverente escamotage per rileggere in modo inedito un testo che ancora oggi, a 200 anni dalla sua prima edizione, continua ad essere un long seller. Lo scrivano si pone e ci pone infatti alcune domande fondamentali: il Manzoni voleva davvero farne un romanzo oppure intendeva redigere una guida turistica del lago di Como? Lucia voleva veramente sposare Renzo? E così via. Di critica parodistica intorno ai Promessi se n'è sempre fatta, il presente testo propone però al lettore la versione più "veritiera", anche se più comica, del celebre romanzo storico. Con questa nuova angolazione di lettura, infatti, chi non rilegge il romanzo dai tempi della scuola è invogliato a farlo e agli studenti che non lo hanno amato dà l'occasione di ricredersi.
Mario Scotto ha lavorato per anni a Torino come responsabile vendita in alcune multinazionali di strumentazione industriale, pubblicando nel frattempo racconti di fantascienza nelle fanzine del settore. In seguito, quando la scrittura è divenuta il suo lavoro, ha pubblicato: Paracelso la mia vita, Provenza oscura, La collina dell'Eden-Gobekli Tepe, Gazzella scura ed altri racconti, Tango questa raffica e I Dadi di Dio. Inoltre con il commissario Ingravato come protagonista: Il commissario che ballava il tango, L'amico di Marettimo, Favignana Mystic Blues e A Berlino sognavo sempre Levanzo. Con Infilaindiana Edizioni ha già pubblicato un romanzo sulla Rivoluzione russa intitolato Baikal.