La figura principale del racconto è Giorgio La Ferita, giovane capriccioso, diplomatico e dal debole carattere. Il fulcro di tutta la storia è l'amore tra Giorgio e la contessa russa. Nata, che il giovane conosce a Firenze e per cui egli vive un sentimento totalizzante. Il tema della passione amorosa subita passivamente, come una fatalità da cui è impossibile tentare di liberarsi, è centrale anche in questa opera. Nata è un donna bella e conturbante che si rivela al tempo stesso enigmatica e incostante. La sua vita è segnata da una terribile malattia, la tisi, che la rende spesso debole. L'idea dell'amore distruttivo e passionale è amplificata dalla presenza continua della morte: la consumazione fisica si mescola alla passione amorosa facendo calare un alone di negatività nella storia d'amore. L'intreccio dell'opera è molto complicato. Il romanzo si apre con la notizia del matrimonio tra il giovane e la signorina Erminia Rusticaglia a Catania, lasciando sullo sfondo la relazione con Nata.